La storia dal 1929 al 1940
Campionati 1929-1940 Era la seconda domenica di marzo del lontano 1912. Una giornata serena, minacciata, però, dalla cornice di nubi che si intravedevano sui monti oltre il "bosco comune di Siano", giù giù, fino ad arrivare a lambire, quasi, l'orizzonte dello Jonio. I catanzaresi, quella mattina, guardavano a quelle nubi con apprensione; temevano il levarsi del vento di libecio che avrebbe compromesso l'incontro in preparazione da diverse settimane. Già il cortile della caserma Guglielmo Pepe era stato predisposto. Sul terreno erano state tracciate le linee laterali e di fondo. Lo stesso marchese Susanna aveva sovrinteso a questa delicata operazione di quadratura di un terreno irregolare per forma e superficie, prima di andare a Sala a ricevere i due giocatori che il Napoli, grazie al suo interessamento, aveva ceduto in prestito per quella partita amichevole, ma non troppo. I cosentini arrivarono nella tarda mattinata della domenica. Al Colacino, dove passarono in comitiva per l'aperitivo. Nel pomeriggio, all'incontro, la Catanzaro sportiva si riversò compatta e sostenne la squadra locale a gran voce fino al risultato finale di 2 a 1, propiziato dalle magnifiche parate del portiere napoletano Cangiullo. Fu questa la prima partita di calcio di un certo impegno che si disputò qui a Catanzaro e che segnò quasi la fine della società sportiva "Juventus", la prima che era sorta in città nel corso dei primi mesi del 1908 con intenti non calcistici, ma che al calcio era poi pervenuta lentamente fino alla bella vittoria sulla compagine dei cugini cosentini. Dalla società sportiva Juventus, che era sorta per iniziativa di un gruppo di studenti e si era dedicata all'atletica leggera, era stato presidente fino alla fine il marchese Susanna. Verso la fine del 1911, fu questo ultimo a cominciare ad incentivare il gioco del calcio coadiuvato da Pasquale Proto, da Cilento , da Caserta e dai fratelli Sanguinetti, due giovani genovesi che studiavano nel locale liceo e che sarebbero stati, insieme con altri elementi locali, il nerbo della squadra di calcio. Nel 1913, sulle ceneri della disciolta Juventus e con la partecipazione degli stessi giovani, veniva fondata la società sportiva "Vittorio Emanuele II". A presidente veniva eletto l'avv. Migliaccio, il quale dava alla nuova società un indirizzo prevalentemente calcistico. La partita più importante nella vita della Vittorio Emanuele fu, certamente, quella disputata a Cosenza il 23 febbraio di quell'anno,1913, e che si concluse senza né vincitori né vinti. Le squadre finirono l'incontro 1 a 1. Avevano giocato, agli ordini dell'arbitro ing. Alberto Bederita, nelle seguenti formazioni: CATANZARO: Ventura, Arceri, Maranga; Zappi, Cilento, (capitano) e Sabbia; Piacenza, Proto, Parisi, Paoletti, Le Pera. COSENZA: Cesario, Candelisi, Muto; Laudonio, Raimondi, De Raho I; Campana, Pugliesi, Storti (capitano), Naccarati, De Raho II. L'incontro fu disputato nella piazza d'Armi di Cosenza. L'inizio della prima guerra mondiale poneva un blocco forzato alle attività sportive anche in Calabria, e, fino al 1919. Nel 1919, al ritorno della tranquillità, della Vittorio Emanuele restava solamente il ricordo, legato a quella epica partita disputata nella piazza d'Armi della città bruzia. Nascevano così due nuove società, la " E. Scalfaro", la "U.S. Audace". Entrambe per quattro anni svolsero attività sportiva, prevalentemente calcistica, in ambito regionale. Nell'autunno del 1922 la U.S. Audace veniva assorbita dalla Scalfaro che potenziava così i suoi quadri. I nostri padri ricorderanno l'epico scontro di calcio che la Scalfaro disputò a Cosenza nel maggio del 1923, vincendo contro i padroni di casa per 2 a 1, dopo un viaggio avventuroso. La squadra Catanzarese, infatti, che era partita a bordo di due camion, fu costretta ad affrontare l'avversario, con almeno metà dei giocatori stanchissimi per i molti chilometri percorsi a piedi. Era accaduto che, durante il viaggio, il secondo camion, che procedeva abbastanza distanziato dal primo, si guastasse a causa della sua stessa vetusta età ed anche per il fondo stradale disselciato. Metà dei giocatori che viaggiavano a bordo di questo secondo mezzo, per non perdere l'incontro, proseguirono la strada a piedi in compagnia di numerosi tifosi che, sempre sul camion, stavano seguendo la compagine nella trasferta cosentina. Gli atleti appiedati giunsero nella città del Busento pochi minuti prima dell'inizio dell'incontro, ma nel corso dei 90 minuti di gioco non lamentarono la stanchezza, anzi si dimostrarono tanto forti da determinare la vittoria. Il successo di Cosenza galvanizzò a tal punto gli animi dei sostenitori catanzaresi, che qualche settimana dopo fondavano la società calcistica "Giulio Braccini", con la ferma intenzione di iniziare la regolare partecipazione al campionato regionale di terza divisione. La Braccini infatti, assorbita la sezione calcio della Scalfaro, presentò nell'autunno di quello stesso anno, la sua nuova squadra che disputò onorevolmente il campionato di III divisione 1923/24. A conclusione di questo primo campionato impegnativo, i dirigenti della Braccini si misero in contatto con quelli della Scalfaro e giunsero all'unificazione delle due società con la creazione della UNIONE SPORTIVA CATANZARESE di cui fu primo presidente il marchese Susanna. Dopo un lungo periodo di preparazione e di incremento dei quadri, la U.S. Catanzarese, nel 1927, si scrisse al campionato di terza divisione e presenta ai suoi sostenitori la squadra che sisputerà, poi, regolarmente e con onore, i campionati 1927/28, 1928/29, 1929/30. La formazione tipo per tutti quegli anni fu la seguente: Greco, Zaccone, Chiocchini I; Miniaci, Varini, Brescia, Aragona, Rizzo I, Chiocchini II, RizzoII, Giuliani. Tre campionati di terza divisione avevano ormai temprato giocatori e pubblico e reso più esperti gli stessi dirigenti i quali cercavano l'occasione buona per fare il salto di classe, per dare alla squadra ed alla società quella "nuova dimensione" che ormai sapevano di meritare. L'occasione di presentò propizia all'inzio del campionato 1930/31. La Nocerina, che doveva disputare il campionato di prima divisione, non aveva perfezionato l'iscrizione; i dirigenti catanzaresi avanzarono immediatamente la candidatura della loro squadra corredandola della documentazione completa. La richiesta fu accolta e la "U.S. Catanzarese" ebbe così la possibilità di misurarsi, in quel torneo, con compagini del calibro del Cosenza e del Catania. Erano dello stesso campionato anche la Reggina, la Salernitana, il Vomero, la Bognolese, l'Angri, il Messina e il Siracusa. Presidente della società era, in quel periodo, Enrico Talamo, mentre la squadra veniva allenata da mister Dino Barone di Milano. La Catanzarese disputa due onorevolissimi campionati di prima divisione mentre cresce nei cittadini l'attaccamento alla squadra. Nell'annata 1931/32 si classifica all'ottavo posto con una formazione tipo già abbastanza compatta ed affiatata, affidata alle cure di uno dei primi allenatori stranieri che operano in Italia, il sig. Ketzers, ungherese. L'undici tipo, per quel campionato era così composto: Gabaudi, Colombo, Pasti; Landoni, Olivieri, Radaelli; Sora, Ferré, Santi, Costa, Ferrari. Santi, Costa e Ferrari: un trio che farà epoca, con l'estrema sinistra pescata dall'ungherese Ketzers a Modena e che finirà in Nazionale. Per tutto l'arco del campionato, il longilineo allenatore danubiano mette a punto il suo sistema, il "danubiano", completamente nuovo per l'Italia, ma al quale già guardano gli allenatori nostrani e le altre compagini e non solo dell'interregionale. Pubblico e società, man mano che le vittorie si susseguivano sul terreno del militare, cominciano a pensare alla serie B. Sarà il salto dell'anno successivo, un salto che porterà la Catanzarese, prima squadra della Calabria, agli onori del calcio nazionale. Siamo all'annata 1932/33, il campionato della promozione dopo il duello con il Siracusa, l'unica compagine che ha tentato di tener testa ai giallorossi, ma che è stata costretta a capitolare in una serrata finalissima disputata al Vomero di Napoli. Sullo zero a zero, i numerosi sostenitori, saliti fino a Napoli dalla Calabria, incitano Brossi, ed il centravanti non si fa attendere. Segna in modo spettacoloso, mandando in delirio la folla. Per il salto in "B", resta, però, ancora la finalissima con il Perugia, che ha intanto vinto l'altro girone. Anche questo ulteriore sforzo, però, viene superato dal mirabile undici di Ketzers che risulta così composto, nella formazione tipo: Martini, Pantani, Brambilla; Radaelli, Oliviero, Ciminaghi; Masseroni, Santagostino, Brossi, Moretti, Violi. Quello che molti calabresi ritenevano un miracolo, si é realizzato. I colori giallorossi, che, solo fino a qualche anno prima, militavano nel campionato di terza divisione, sono giunti all'onore del campionato nazionale di serie B, a contatto con grandi squadre, con società che contano su grossi cespiti industriali per i loro acquisti e le loro esigenze. Per i catanzaresi, invece, la tecnica, la correttezza del gioco, il dinamismo ed una indiavolata volontà di far bene: tutto qui e, da questo, da queste doti devono derivare tutti gli altri meriti. Meriti che, per la verità, non si fanno attendere. Nel successivo campionato, duellando con squadre come il Viareggio, la Pro Patria, il Pavia, il Legnano, il Cagliari, il Messina, la U.S. Catanzarese si classifica al quarto posto. Un piazzamento onorevolissimo, dovuto principalmente alla forza di volontà dimostrata dai giocatori. Tra questi, di spicco, sono: Martini, Pasti, Favero, Ciminaghi, Galletti, Riffi, Radaelli, Bresciani, Moretti, Negro, Monti, Barberio, Costa e Brescia. Allenatore, dopo l'ungherese Ketzers, è diventato un altro straniero, il sig. Shonield, svedese. Martini sarà, successivamente, portiere del Milan e andrà in Nazionale; Negro sarà campione olimpionico a Berlino. Già fin da allora, quindi, questa squadra del profondo Sud, si dimostrava capace di creare dei veri e propri fuoriclasse, destinati a brillare nel firmamento sportivo mondiale. Nel 1934/35, a causa del girone unico di serie B, la Catanzarese era costretta a tornare indietro, pur avendo disputato un campionato più che onorevole, classificandosi all'undicesimo posto. Giungiamo così al torneo di serie C, girone D, dell'annata 1935/36. Erano gli anni della perfetta autarchia, dell'autosufficienza della Patria, del Passo romano e delle camicie nere, tutte cose che i catanzaresi riuscivano a dimenticare un pò seguendo il magnifico campionato della loro squadra. Il nuovo allenatore, il sig. Migliorini, dispone dei seguenti giocatori: Martini, Costa, Pasti, Panzetti, Radaelli, Zanni, Galletti, Scuppa, Prandoni, Barberio, Isada, Boni, Tosi e Sacco. La Catanzarese disputa un magnifico campionato e vince il suo girone con pieno merito, venendo nuovamente promossa in serie B. Comincia, a questo punto la prima parabola discendente di questa gloriosa compagine. La Catanzarese, infatti, gioca il campionato 1936/37 di serie B e passa da una sconfitta all'altra. Dissensi in seno alla società, dove comincia a farsi sentire più che mai la carenza finanziaria, complicano la situazione, e la squadra si trova quindi, a conclusione del torneo, costretta a toccare il fondo e retrocedere. Pure la compagine, forte di una nutrita schiera di giocatori, avrebbe potuto avere più valide e giuste fortune, solo se, in seno alla società fossero stati smussati quegli angoli che invece si andavano riacutendo, fino a portare i gloriosi colori a rinunciare nell'annata successiva alla disputa del campionato di serie C, per giocare invece nella prima divisione regionale. I giocatori di cui la Catanzarese aveva potuto disporre nell'annata della retrocessione, erano: Garbo, Pignatelli, Guasconi, Alfieri, Staffiero, Costa, Panzetti, Radaelli, Zanni, Galletti, Prandoni, Barberio, Boni, Tosi ed i locali Sacco, Costa, Giglio, Miniaci, Regalino, Ripepe e Brescia. Una schiera di giovani validi e volenterosi, che però nulla avevano potuto fare contro la discordia interna e contro un certa sfortuna che sembrava si fosse abbattuta sulla società. E la sfortuna e i dissesti finanziari dovevano continuare nell'annata calcistica successiva, quando la Catanzarese, sebbene promossa in serie C si vedeva costretta a rinunciare alla promozione e disputare, anche nel 1939/40, il campionato di prima divisione regionale. Pure nell'anno precedente i ragazzi si erano guadagnato, nonostante tutto, il titolo di campioni regionali ed avrebbero avuto il diritto di vedere premiati i loro sforzi, disputando il campionato di serie C. Nel triennio precedente la guerra, allenatore della Catanzarese fu Riccardo Mottola, ex giocatore dell'Audace di Taranto e della Nissena. Egli ebbe il grande merito di valorizzare al massimo i giovani locali che finirono con l'essere in larga maggioranza tra i quadri della società e che furono poi, dopo i cinque anni di cruenta guerra, gli artefici della rinascita della U.S. Catanzaro. Questi giocatori erano: Le Pera, Canzonieri, Miniaci, Froio I e II, Ceravolo, Ripepe I e II, Romano, Giglio, Zaccone, Sacco, Greco, Balletto, Brescia II e Puccio.

STAGIONE CALCISTICA 1929/30
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Dino Baroni
Campionato Terza Divisione Regionale
Classifica finale Primo posto
(promozione alla Prima Divisione Sud)

STAGIONE CALCISTICA 1930/31
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Dino Baroni
Campionato Prima Divisione Sud
Classifica finale Quinto posto

STAGIONE CALCISTICA 1931/32
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Geza Kertesz
Campionato Prima Divisione Sud
Classifica finale Quarto posto

STAGIONE CALCISTICA 1932/33
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Geza Kertesz
Campionato Prima Divisione Girone I
Classifica finale Primo posto
(promozione alla Serie B)

STAGIONE CALCISTICA 1933/34
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Yuri Koezegi
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Quarto posto

STAGIONE CALCISTICA 1934/35
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Yuri Koezegi
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Undicesimo posto
(retrocessione in Serie C)

STAGIONE CALCISTICA 1936/37
Presidente Enrico Talamo
Allenatore Remo Migliorini/Gorni Schoenfeld
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Sedicesimo posto
(retrocessione in Serie C)

A causa della crisi finanziaria, la Società rinuncia alla Serie C, liquida il parco giocatori professionisti e decide di partecipare al Campionato Regionale di Prima Divisione con una squadra composta da elementi locali.


STAGIONE CALCISTICA 1937/38
Presidente Arnaldo Pugliese
Allenatore Walter Colombari
Campionato Regionale di Prima Divisione
Classifica finale Secondo posto
(promozione in Serie C)

Rinuncia nuovamente a disputare il campionato di serie C, per partecipare l'anno successivo al Campionato Regionale di Prima Divisione.


STAGIONE CALCISTICA 1938/39
Presidente Arnaldo Pugliese
Allenatore Riccardo Mottola
Campionato Regionale di Prima Divisione
Classifica finale Primo posto
(promozione in Serie C)

Rinuncia per la terza volta alla serie C e l'anno successivo partecipa nuovamente al Campionato Regionale di Prima Divisione.


STAGIONE CALCISTICA 1939/40
Presidente Arnaldo Pugliese
Allenatore Riccardo Mottola
Campionato Regionale di Prima Divisione Sud
Classifica finale Primo posto
(Promozione in Serie C)

Nel giugno del 1940, con l'entrata in guerra dell'Italia, è sospesa ogni attività agonistica.