I campionati dal 1944 al 1959 Dalla I Divisione alla serie B Nazionale

Campionati 1944-1954 DALLA PRIMA DIVISIONE ALLA SERIE "B" (1944-59) Dal 1940 al 1944 i campi di gioco italiani restano deserti. Nel 1944/45 la U.S. Catanzaro -non più Catanzarese-disputa il suo primo campionato in un paese provato da oltre quattro anni di guerra. E' un campionato -prima divisione- rabberciato un pò da tutte le squadre, compresa quella giallorossa. Si gioca con casacche raccogliticce, con scarpe di fortuna, con palloni di pelle grossa che fanno male anche alle teste più dure; ma si gioca con tanto entusiasmo, con la stessa volontà di sempre. il Catanzaro conclude vincitore il torneo regionale e viene promosso in serie C. Sembra di essere tornati ai fasti degli anni trenta. La città è ripresa dallo stesso entusiasmo che aveva accompagnato la compagine al tempo dell'allenatore ungherese e della prima promozione in serie B. E', però, un fuoco di paglia, anche se la squadra conclude al secondo posto il campionato 1945/46 di serie C e viene promossa in serie B. I più attenti sanno che il salto non durerà a lungo. Ed infatti, l'anno successivo, i giallorossi sono nuovamente in serie C, dove rimarranno fino al campionato 1958/59, quando rientrano, e questa volta con grinta, nella serie cadetta. Ma vediamo un pò i piazzamenti di questi anni, tra il 1946 e il 1958, passati tutti nella serie C. 1947/48 secondo posto; 1948/49 quattordicesimo posto; 1949/50 undicesimo posto; 1950/51 quinto posto; 1951/52 settimo posto. Nel campionato 1952/53 l'U.S. Catanzaro ha la prima vera occasione in campo nazionale. Diventa, infatti, campione d'Italia di quarta serie. Nell'anno successivo torna in serie C, classificandosi all'ottavo posto; nel 1954/55 al terzo; nel 1955/56 al decimo; nel 1956/57 al dodicesimo; nel 1957/58 al settimo posto. E' questo l'anno che precede la promozione definitiva in serie B, l'anno dell'ingresso alla dirigenza dell'avv. Nicola Ceravolo. Quel campionato del 1958/59 è tutto da raccontare, tutto da rivivere. "Attraverso un cammino che non è esagerato definire trionfale - scriveva il cronista - percorrendo una via irta di ostacoli e costellata di avversità di ogni genere, superandole con la forza d'animo degna dei forti, la squadra giallorossa di Pietro Pasinati, la nostra più cara creatura, la figlia prediletta dei vari Ceravolo e Ferrara, Lo Giudice e Ioffrida, Gualtieri e Nucaro, la vecchia gloriosa Catanzarese è entrata, a vele spiegate, nella divisione dei cadetti del calcio nazionale". Detto del trionfo meritato del Catanzaro che rientrava nelle serie B, è bene ripercorrere, pur se in breve quel campionato, partendo dalla preparazione che lo aveva preceduto e dalla campagna acquisti che era stata condotta. Una preparazione puntigliosa affidata ad un tecnico di coscienza e lavoratore indiscusso come Pasinati, dopo alcuni acquisti di giovani che, innestati nel telaio già esistente della squadra, tra le più esperte della C - aveva ben undici campionati al suo attivo - l'avevano rallegrata e ravvivata quanto bastava, aveva fatto presentare il Catanzaro al nastro di partenza, con le carte in regola già dalla prima giornata. La formazione tipo di quell'anno era la seguente: Masci, Bonari, Tozzo; Frontali, Bigagnoli, Costa; Rambone, Raise, Fanello, Florio, Ghersetich. Pasinati disponeva, comunque, anche di uomini come Ariagno, Scroccaro, Impinna, Susan e altri. Già alla vigilia dell'inizio di quel campionato, i critici più attenti avevano pronosticato grandi cose per il Catanzaro. Insieme con la compagine giallorossa, anche per la Fedit erano stati pronunciati elogi. Il campionato dimostrò giuste le previsioni e mise in luce, nel girone centro meridionale di serie C, la matricola Cosenza, vera rivelazione del torneo. Tra le squadre in lizza, comunque, fu il Catanzaro a svettare alla fine, dopo un memorabile incontro all'Appio di Roma, contro la Fedit, finito in parità negli ultimi cinque minuti, ma sufficiente a dare alla compagine di Ceravolo il punto che lo distanziava e lo faceva classificare al secondo posto. Vediamo quei cinque minuti, attraverso il commento del tempo "...cinque minuti, a volte, possono sembrare eterni, possono valere quanto un campionato, essere lunghi quanto un campionato. Tutto questo hanno potuto provare i tremila tifosi catanzaresi che gremivano lo stadio dell'apoteosi giallorossa; fino a cinque minuti dal termine, la serie B era lì ad attendere con le braccia spalancate gli undici ragazzi di Pasinati, che si andavano battendo con il cuore in gola per realizzare la loro grandissima impresa. Poi un improvviso sbandamento, il gol di Gaeta. Di colpo la soglia dorata della serie B sembrava allontanarsi, diventare quasi irraggiungibile. E pure mancavano solo cinque minuti, quei cinque minuti finali che, raramente, contano nell'ultima gara di tutto un campionato; avevamo gridato tutti fino a quel momento, avevamo incitato ad alta voce Masci e compagni, avevamo gioito della meta vicina. Ma poi, ecco il silenzio... due minuti ancora, un minuto solo, e poi, ecco Annoscia allargare le braccia. Ma chi avrà sentito il triplice fischio finale?" Era finalmente fatta. Il momento tanto atteso dai tremila catanzaresi e per le altre decine di migliaia che, dalla Città dei Colli avevano trepidato attaccati al telefono, era finita l'attesa spasmodica. Ora era il momento delle feste. A Roma, sul terreno dell'Appio, a Catanzaro, sul Corso e nelle piazze, la folla sportiva catanzarese era in festa. Finalmente la gloriosa compagine giallorossa tornava in serie B. Anche dalla provincia di Reggio Calabria, allora, si guardava a questo avvenimento con soddisfazione e gioia e si parlava addirittura di "dimensioni regionalistiche" dell'affermazione dei ragazzi di Masci. Un breve articolo apparso sul numero unico "Il Giallorosso", apparso il 14 giugno del 1959 per festeggiare l'entrata in B del Catanzaro intitolato "La città-guida del calcio calabrese", è datato Roccella Jonica e reca la firma di Lucio Macrì. "Il mio intervento - dice Macrì nel suo articolo - si limiterà a considerazioni di indole generale sul "proporzioni regionalistiche" di una affermazione sportiva che, diciamolo pure con legittimo orgoglio per questa propaggine depressa della penisola, ha fatto convergere i riflettori dell'interesse nazionale su di una città generosa quanto seria, ospitale quanto fattiva, facendola di colpo diventare la città guida del calcio calabrese ad alto livello, la rappresentante di fiducia del progresso sportivo della nostra regione, nel quadro più impegnativo di un circuito calcistico nazionale. L'articolo di Macrì, prosegue parlando delle manifestazioni di giubilo per la vittoria. Ognuno comprende infatti, il valore che quanto scritto acquista oggi, quando ormai i denigratori di Catanzaro non vengono più da fuori, dal Nord, ma dal di dentro della stessa regione, unita istituzionalmente, ma divisa sul piano dei rapporti sociali, umani ed ora anche sportivi. Torniamo a questo Catanzaro del 1959 giunto splendidamente agli onori dei tornei nazionali con il ritorno nell serie B; percorriamo, con la squadra di Ceravolo, quel campionato trionfale fino alla partita di Roma, che segnò il riconoscimento di un lavoro discreto, tacito, serio, continuo e tutt'altro che dispendioso, perché, allora, la società sportiva Catanzaro, oltre il primato raggiunto in campionato, vantava un altro primato: quella della scarsezza assoluta dei mezzi. Ripercorriamo quindi, a grandi linee, quel torneo 1958/59 fino alla partita del 7 giugno. Si inizia più che bene a Caserta il 21 settembre del 1958 con una magnifica affermazione propiziata dal gol di Fanello, al 19' del secondo tempo. La vittoria esterna, pur denunciando una certa precarietà nella preparazione, mette già in evidenza la notevole possibilità della compagine. Purtroppo queste premesse non vengono consolidate in casa. Il Cirio perde al Militare di un soffio e, nella domenica successiva, la Salernitana riesce a pareggiare agevolmente. Piero Pasinati stringe un pò il torchio della preparazione, registra meglio la difesa, sfoltisce le manovre di attacco, si sforza per dare ai giallorossi lo sprint, ed i risultati immediatamente successivi cominciano a dare i frutti sperati. Zero a zero sui difficilissimi campi di Cosenza prima, in un derby infuocato, e di Arezzo poi. Quindi, la splendida affermazione casalinga contro L'Aquila, una delle squadre date per favorite, che subisce la sconfitta e quasi l'umiliazione, sommersa da ben sette reti. Il solo Fanello, in quella circostanza ne segna tre, in poco più di dieci minuti, al 12', al 15' e al 25' del primo tempo. Sempre nel primo tempo, in quell'indimenticabile incontro, giocato il 26 ottobre del 1958, al 33' segna Rambone, ed al 45' Ghersetich. Nel secondo tempo,Fanello va ancora in rete all'8', ed, al 37', Rambone chiude la partita con la settima rete. Sul terreno del Militare crollano anche i miti di Siracusa, Arezzo, Lecce e Barletta. La classifica comincia a prendere forma ed il Catanzaro vi si insedia in testa. Il 23 novembre i giallorossi vanno a Pescara ed infliggono un secco due a zero ai padroni di casa. Pareggiano, quindi, sull'infuocato terreno del Lecce e vincono, ancora, due a zero a Trapani. La crisi paventata, con le due sconfitte esterne di Barletta e Chieti, e definitivamente superata. La conferma viene al Militare col clamoroso dieci a zero sul Siracusa. Segnano quattro volte Rambone, tre Ghersetich, due Fanello e una Scroccaro che aveva aperto le marcature al secondo minuto di gioco. Il girone di ritorno inizia con un due a zero ai danni della Casertana. Sembra che tutto debba andare liscio, così come è iniziato quando i giallorossi pareggiano a Napoli col Cirio, perdono a Salerno e pareggiano, poi, in casa coi cugini terribili del Cosenza. La squadra dei silani, viene fuori, così quasi all'improvviso e comincia a minacciare il primato in classifica dei ragazzi di Pasinati. Pare proprio che i catanzaresi siano stanchi, che la loro luce debba finire come una meteora, tra i tifosi comincia il mormorio e, tra i dirigenti, la delusione. Pasinati non si arrende e intensifica la preparazione. Le sedute di allenamento diventano più lunghe; l'allenatore combatte la stanchezza con il lavoro e poi cerca di stare quanto più vicino possibile ai ragazzi. Ed infatti i giallorossi riprendono la marcia e non perderanno più fino alla fine del campionato. Ben quattordici partite tutte utili, concluse il 7 giugno del 1959 a Roma, con l'ingresso in serie B.