Dal 1979 al 1999: il dopo-Ceravolo e la permanenza in Serie A
CAMPIONATO 1979-1999 IL DOPO CERAVOLO: "L'era manageriale" 1979-1999 Forte della maggioranza azionaria da lui controllata, nell'estate del 1979 Adriano Merlo assume la guida della Società, chiudendo un'epoca ed inaugurandone un'altra. La nuova gestione pur non lesinando gli sforzi per realizzare una campagna acquisti ad alto livello, non esordì in modo molto felice, perchè i ritocchi portati alla squadra, la cui struttura di base, ormai ben collaudata, aveva dato buona prova di sè nel campionato appena concluso, non risultarono particolarmente azzeccati. Se da un lato, infatti, entrarono a far parte dell'organico atleti di un certo nome, quali Chimenti, Majo, Marchetti, dall'altro si dovettero registrare le partenze di alcuni dei principali protagonisti dell'ottima stagione precedente: Turone, Renzo Rossi, Improta. Ne risultò compromesso soprattutto il potenziale offensivo, e con esso anche l'equilibrio fra i reparti della squadra, che alla fine di un torneo tutt'altro che entusiasmante, non riuscì a sfuggire alla retrocessione. O meglio, riuscì perchè, una volta tanto, la dea bendata dovette avere una crisi di coscienza, e il declassamento a tavolino di Milan e Lazio per illecito sportivo, consentì il ripescaggio del Catanzaro, che fu così ammesso a disputare, per il terzo anno consecutivo, il campionato di Serie "A". Non che i giallorossi non avessero fatto la loro parte per accattivarsi il favore della sorte. Mai come in questo caso, anzi, si rivelò vero il detto "aiutati che il ciel t' aiuta", perchè i punti che dovevano risultare necessari per avere diritto ad essere ripescati furono conquistati dai giallorossi con una bella partita sul campo di una diretta rivale nella lotta per la salvezza, l'Udinese. Merito in gran parte di una scelta coraggiosa ma ragionata di Leotta, l'ex enfant prodige del Catanzaro campione d'Italia di Quarta Serie, che, chiamato da allenatore in seconda che era, a sostituire il dimissionario Mazzone alla guida della prima squadra, non esitò a gettare nella mischia, in una partita tanto delicata, due giovanissimi prodotti del vivaio locale, i fratelli Gregorio e Massimo Mauro, il cui apporto risultò determinante. La trepidazione per il pericolo corso, anche se scampato, si rivelò buona consigliera perchè i dirigenti provvidero a rafforzare la squadra con una serie di immissioni, in gran parte felici, che furono all'origine di un biennio denso di grandi soddisfazioni per i tifosi. Con l'allenatore Burgnich, vecchia bandiera della nazionale, di formazione herreriana, furono ingaggiati numerosi calciatori di provato valore tecnico: Zaninelli (portiere), Santarini e Peccenini (difensori), Boscolo e Celestini (mediani), Massimo Mauro (che si era guadagnato sul campo i galloni di titolare), De Giorgis, Sabato, Borghi e Bivi (attaccanti). Sotto l'attenta guida di Burgnich e, dopo la sua partenza, di Pace, la squadra trovò un efficace assetto tattico che ne valorizzò al meglio il non trascurabile potenziale tecnico. La difesa, con un portiere che aveva e dava sicurezza, come Zaninelli, un esperto dominatore dell'area di rigore, come Santarini, e tre classici smaliziati marcatori (Sabadini, Peccenini, Ranieri), era una base solida in grado di fronteggiare anche gli assalti più pericolosi. Il centrocampo, da sempre settore nevralgico di ogni tipo di gioco, con Boscolo e Celestini infaticabili cursori, in collaborazione con Braglia, estroso playmaker e con l'aggiunta di due autentici fuoriclasse come Massimo Mauro, tornante di destra e Sabato felicemente spostato sulla mezzala sinistra, divenne il vero punto di forza della squadra, una cerniera efficacissima in grado di proteggere la difesa e di lanciare a rete l'ariete Borghi e la rivelazione Bivi, nel ruolo che era stato di Palanca. Il risultato si concretizzò in due stagioni ad alto livello che videro i giallorossi competere da pari a pari con l'èlite del calcio italiano, concludendo all'8° posto il torneo 1980/81 ed al 7° quello successivo. Un periodo davvero esaltante, ma anche l'inizio della fine. Nei due anni seguenti, con due retrocessioni consecutive, quella dalla Serie "A" alla Serie "B" del 1982/83, e quella, particolarmente umiliante del 1983/84 dalla Serie "B" alla Serie "C", l'ormai gloriosa società lasciava la ribalta nazionale dopo circa un quarto di secolo. Dopo circa un quarto di secolo di ininterrotta partecipazione a tornei a girone unico nazionale, il Catanzaro si ritrovava nel limbo di una Serie "C" a due gironi, esattamente come quelli dalla quale aveva preso il volo conquistando la promozione in Serie "B" nel 1958/59. La gestione manageriale che aveva sostituito quella familiare-paternalistica di Ceravolo, pur avendo ottenuto anche risultati di innegabile prestigio, aveva finito col far subire ai tifosi un'esperienza traumatica senza precedenti per loro: due retrocessioni consecutive, in una sorta di discesa libera che ne ricordava altre analoghe rivelatesi catastrofiche per più di una squadra di calcio. Come se non bastasse, appariva profondamente compromesso anche il rapporto coi tifosi, disorientati, forse, più ancora che per la disfatta, per il comportamento chiacchierato di qualche general manager, disinvolto al limite della spregiudicatezza, e forse anche oltre, come avvenimenti successivi parvero confermare. Deluso dai risultati, e probabilmente anche dalle contestazioni dei tifosi che dovevano sembrargli immeritate, e infischiandosene del fatto che mollare proprio in quella circostanza rischiava di farlo passare alla (piccola) storia del calcio catanzarese, che aveva avuto un suo presidente della sconfitta, Merlo mise in vendita la propria quota azionaria, e con essa la società, che come ogni altra società calcistica era equiparata dalla normativa vigente a una qualsiasi fabbrica di detersivi o di concimi quale possibile oggetto di compravendita. Ad acquistare con un "blitz", nel giugno 1984, l'intero pacchetto di maggioranza fu un dinamico imprenditore, pugliese di nascita, ma catanzarese di adozione, Giuseppe (Pino) Albano, che considerò l'invito a farsi avanti rivolto dai detentori del pacchetto di maggioranza ai potenziali acquirenti, come una sfida da raccogliere. Nello slancio di una decisione che probabilmente non rientrava nei suoi programmi, ma che si era trovato a prendere per orgoglio in poche ore, il neopresidente ritenne che la società non potesse darsi altro obiettivo che l'immediato ritorno in Serie "B", e consapevole della propria inesperienza nello specifico settore del calcio, si preoccupò di assicurarsi l'apporto come consiglieri di due esponenti della vecchia guardia, l'ormai quasi mitico Nicola Ceravolo. In un clima di ritrovata sintonia con la città, viene in breve tempo allestita una squadra in larga parte rinnovata (dei venticinque atleti in forza alla società nell'anno precedente, ne vengono confermati soltanto otto), e pensata in funzione delle peculiari caratteristiche della Serie "C". Essa viene affidata ad un tecnico di valore come Giovan Battista Fabbri, seminatore d'oro nel 1977, veterano di promozioni dalla "C" alla "B" e dalla "B" alla "A", che tra i meriti può vantare la scoperta e la valorizzazione di numerosi campioni (un nome per tutti: Paolo Rossi). Un allenatore la cui capacità nel trarre dalle diverse individualità dei calciatori messi a sua disposizione un complesso armonioso e unitario dotato di una propria spiccata personalità ricorda quella di Kertesz, dei Pasinati, dei Seghedoni. Il solo inconveniente del clima di ritrovato entusiasmo è che ne derivi un eccesso di aspettative, posto che qualunque risultato diverso dalla promozione alla serie superiore sarebbe stato ritenuto inadeguato. Ma, in ogni caso, la squadra si rivela pari alle attese. Sapientemente guidata da Fabbri, essa arriva alla vittoria del torneo e alla promozione in "B", a conclusione di un campionato entusiasmante che vede riaccendersi l'antico calore dei tifosi ed è destinato ad essere ricordato anche per l'esplosione come goleador di un giovane catanzarese verace, Pino Lorenzo, che aveva militato nella stessa squadra (la Kennedy) nella quale si erano fatti le ossa anche Gregorio Mauro (altro protagonista di quel campionato) e il fratello Massimo, ormai lanciato tra le stelle della Serie "A". Il nuovo campionato in Serie "B" (1985/86) non fu tuttavia felicissimo. Alcune decisioni non condivise, a cominciare dalla sostituzione dell'allenatore, portarono al distacco dei consiglieri di cui Albano si era inizialmente circondato. L'immissione di un eccessivo numero di nuovi elementi nella rosa dei giocatori, che i troppi tecnici succedutisi alla guida della squadra non ebbero modo nè tempo di fondere in un complesso unitario, unita all'oggettiva difficoltà di un torneo come quello di Serie "B", fu all'origine di un campionato giocato costantemente in affanno, che si concluse con una nuova retrocessione. Ma la stella di Albano non era ancora tramontata. Desideroso di un rilancio per rispondere non solo alle aspettative dei tifosi, ma anche ad un'esigenza del suo temperamento orgoglioso, affidatosi ad un allenatore esperto della categoria (TOBIA), il presidente non lesina gli sforzi per allestire una squadra altamente competitiva, ingaggiando atleti di notevole qualità, come Zunico, Chiarella, Tavola, e soprattutto Palanca, il piccolo grande uomo-goal, rimasto nel cuore degli appassionati anche dopo che la sua esplosione lo aveva portato lontano. Il risultato è una stagione 1986/87 che vede un Catanzaro nuovamente all'altezza delle ambizioni di rivalsa dei tifosi, e si conclude con un meritato ritorno tra i "cadetti"; ritorno onorato l'anno dopo (1987/88) con un campionato assai brillante che sfociò in un apprezzabilissimo 5° posto, con indubbio merito dell'allenatore Guerini che aveva sostituito alla guida della squadra Tobia, il tecnico che aveva riportato la squadra in Serie "B". Calciatore sfortunato che aveva dovuto interrompere precocemente una brillante carriera per un incidente, Guerini si rivela un allenatore di valore, e porta una ventata di giovinezza nella squadra, inserendo in essa uno stuolo di matricole, anche locali (Corino, Chiarella, Marco Rossi, Cristiani) che integrandosi bene con i veterani, e sotto la guida magistrale del tecnico consentono al Catanzaro di disputare un campionato di ottimo livello che porta i giallorossi fino a sfiorare un'ennesima clamorosa promozione. Fu l'ultima annata felice della gestione Albano. Dopo una stagione interlocutoria, condotta da un Catanzaro non più guidato da Guerini (e notevolmente indebolito rispetto all'anno precedente, a causa dei troppi partenti non adeguatamente sostituiti), che si conclude con un piazzamento a metà classifica, il tracollo: ultimo posto e retrocessione in "C/1" nel 1989/90, 16° posto e retrocessione in "C/2" nel 1990/91. Un'altra doppia retrocessione in discesa libera, dunque, con ritorno, quarant'anni dopo, nelle bassure di un campionato paragonabile a quello che era stato il torneo di quarta serie a suo tempo trionfalmente vinto. Con in più l'amarezza di non poter nemmeno dire "tutto è perduto fuorchè l'onore", per l'ombra di un illecito sportivo che gravò sulla società. Né questa volta intervenne il riscatto immediato, perchè i campionati si susseguirono senza che il Catanzaro riuscisse a lasciare la "C/2" per tornare più in alto; e, quel che è peggio senza che la squadra riuscisse più a guadagnarsi la solidarietà incondizionata di una tifoseria disposta a perdonarle tutto. In questa situazione, anche un uomo combattivo come Albano finì col passare la mano, non senza pesanti recriminazioni per il vuoto che avvertiva attorno a se. In una calda giornata del luglio 1995, improvvisamente e inaspettatamente la città apprende che la crisi societaria che si trascina da qualche tempo in conseguenza della decisione di dare forfait annunciata da Albano, fino ad allora invano dichiaratosi disposto a cedere il proprio pacchetto azionario, è giunta all'epilogo con il passaggio delle leve di comando a Giuseppe Soluri, che diventa così il tredicesimo presidente della società giallorossa. Responsabile di una testata giornalistica e di una rete televisiva locale, Soluri gode di considerazione anche nell'ambiente calcistico per la buona prova data alla guida di una vivace squadretta, il "Real Catanzaro". Ma i problemi da affrontare appaiono insormontabili anche per lui, a cominciare, naturalmente, da quelli finanziari; e senza dimenticare quelli derivanti dalla lamentata scarsa collaborazione offerta da autorità e operatori economici, e quelli connessi con l'inevitabile disaffezione, determinata dal confino in un girone di una serie minore, di un pubblico abituato a ben altro. Il resto è cronaca e può essere compendiato con qualche dato numerico, che rivela lo stato di perenne fibrillazione degli organici: due direttori sportivi, sette allenatori, cinquantotto giocatori impiegati in pochi anni. Cifre significative, che avevano del resto avuto una anticipazione altrettanto significativa in quelle della gestione precedente: cinque manager, ventisette allenatori, centotrentatrè giocatori. L'opposto di quanto accaduto nella gestione Ceravolo. Ma non sarebbe giusto far carico delle difficoltà che il Catanzaro ha dovuto affrontare negli ultimi anni solo a coloro che se ne sono appunto fatti carico; ai quali anche i critici più intransigenti non possono non riconoscere almeno il merito di essersene fatti carico, mantenendo se non altro in vita un simbolo di Catanzaro che tanta parte ha avuto nella storia cittadina di questo secolo e nella stessa esistenza individuale di molti catanzaresi; i quali nella loro squadra, giusto o sbagliato che fosse, hanno trovato non solo una ragione d'incontro e di socializzazione, ma anche di sogni, di speranze, di gioie.

STAGIONE CALCISTICA 1978/79
Presidente Nicola Ceravolo
Allenatore Carlo Mazzone
Campionato Nazionale Serie A
Classifica finale Nono posto

STAGIONE CALCISTICA 1979/80
Presidente Adriano Merlo
Allenatore Carlo Mazzone
Campionato Nazionale Serie A
Classifica finale Quattordicesimo posto
La retrocessione non avviene a causa del declassamento del Milan per illecito sportivo

STAGIONE CALCISTICA 1980/81
Presidente Adriano Merlo
Allenatore Tarcisio Burgnich
Campionato Nazionale Serie A
Classifica finale Ottavo posto

STAGIONE CALCISTICA 1981/82
Presidente Adriano Merlo
Allenatore Bruno Pace
Campionato Nazionale Serie A
Classifica finale Settimo posto

STAGIONE CALCISTICA 1982/83 (ADDIO SERIE A)
Presidente Adriano Merlo
Allenatore Bruno Pace/Saverio Leotta
Campionato Nazionale Serie A
Classifica finale Sedicesimo Posto
(retrocessione in Serie B)

Il Catanzaro saluta mestamente la serie A dopo aver dato per due decennio lustro allo sport calabrese. Una regione stretta intorno a due colori, brividi di orgoglio a parlarne mentre scriviamo queste parole, emigranti Calabresi finalmente capaci di potersi sentire pari, sportivamente parlando, ai loro concittadini del Nord italia. Un sogno durato due decenni intitolato CATANZARO.


STAGIONE CALCISTICA 1983/84
Presidente Adriano Merlo
Allenatore Mario Corso/Mimmo Renna
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Ventesimo posto
(retrocessione in Serie C/1)

STAGIONE CALCISTICA 1984/85
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Giovan Battista Fabbri
Campionato Nazionale Serie C/1 - Girone B
Classifica finale Primo posto
(promozione in Serie B)

STAGIONE CALCISTICA 1985/86
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Nello Santin
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Diciannovesimo posto
(retrocessione in Serie C/1)

STAGIONE CALCISTICA 1986/87
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Claudio Tobia Classifica finale Primo posto
(promozione in Serie B)

STAGIONE CALCISTICA 1987/88
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Vincenzo Guerini
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Quinto posto

1-1 della Lazio: al Comunale al 94' Monelli, su inspiegabile recupero di 5 minuti per i tempi di allora, ed un 2-2 a Bologna con il massaggiatore in campo e con tutti i calciatori del CZ fermi, con un arbitraggio scandaloso bloccò il Catanzaro e ne segnò il suo declino.


STAGIONE CALCISTICA 1988/89
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Tarcisio Burgnich/Gianni Di Marzio
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Undicesimo posto

STAGIONE CALCISTICA 1989/90
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Fausto Silipo/G. Fabbri
Campionato Nazionale Serie B
Classifica finale Ventesimo posto
(retrocessione in Serie C)

STAGIONE CALCISTICA 1990/91
Presidente Giuseppe Albano
Allenatore Claudio Sala
Campionato Nazionale Serie C/1 - Girone B
Classifica finale Sedicesimo posto
(retrocessione in Serie C/2)

1991-2002: L'AMARA C2
Anni anonimi di C2 e tentativi di rinascita. Unica costante i tifosi sempre presenti accanto alla squadra.